Giornate pisane di psichiatria e psicofarmacologia clinica

L’attenzione agli aspetti evolutivi delle varie sindromi psichiatriche riconosce radici antiche: infatti, anche se è negli ultimi decenni che sempre di più si è sottolineata l’importanza di una prospettiva osservazionale a lungo termine nella ricerca clinica, già la scuola europea del XIX secolo aveva anticipato concetti fondamentali sul decorso. E grazie alle osservazioni cliniche naturalistiche, oggi per fortuna sempre più numerose, le conoscenze sulle possibilità evolutive delle sindromi psichiatriche sono progressivamente aumentate, con un arricchimento del nostro bagaglio culturale sia in termini psicopatologici che di esiti di trattamento. Sfortunatamente, nella maggior parte dei casi l’ottica di osservazione è stata retrospettiva e limitata sostanzialmente all’età adulta. A tutt’oggi molte restano le lacune conoscitive sulla continuità psicopatologica dall’età evolutiva all’età adultae sulle conseguenti ricadute nella pratica clinica. Non sempre lo psichiatra dell’adulto è pronto a riconoscere manifestazioni o esiti di disturbi esternalizzanti esorditi nell’età evolutiva, che pure possono rivestire un ruolopatoplastico nei disturbi dell’adulto o rappresentare un elemento di pseudoresistenza ai trattamenti. Recenti sono le pubblicazioni su ADHD nell’adulto e comorbidita’ tra quest’ultimo e disturbi bipolare e da uso di sostanze; sporadiche restano le segnalazioni sugli esiti dei disturbi pervasivi dello sviluppo nell’età adulta. Inoltre, anche laddove gli studi sono più abbondanti, come nel caso del distubo bipolare nell’età evolutiva, inaccettabili restano le zone d’ombra relative ad una corretta delimitazione psicopatologica e nosografica rispetto ad altre entità cliniche. D’altro lato, se la psicofarmacoterapianegli ultimi decenni ha conosciuto molti progressi grazie al proliferare di studi controllati e naturalistici nell’adulto, la penuria di informazioni di questo tipo in neuropsichiatria infantile costringe spesso glispecialisti dell’età evolutiva a muoversi con difficoltà in un ambito di prescrizioni off-label o di stigmatizzazioni anti-farmacologiche,non sostenute da alcun razionale scientifico. Da qui la necessità inderogabile di una sempre maggiore integrazione di informazioni e scambio di conoscenze fra due realtà professionali che per troppo tempo hanno operato separatamente, a scapito della salute degli utenti. In questo senso ci viene richiesto, una volta condotte le dovute indagini sui segni che lo svolgimento cronologico può imprimere sulle sindromi psicopatologiche, di guardare oltre, a quello che può essere il tempo propizio per riconoscere e intervenire, come era il Kairos per gli dei, ovviamente con la dovuta umiltà e capacità di dubbio che compete all’uomo di scienza.